Enrico Ruggeri - PolverePiano americano
e sfioro il tavolo con una mano.
Pomeriggio strano,
e un desiderio che è fuggito lontano.
Polvere, gran confusione,
un grigio salone, in quale direzione
io caccerò la polvere dai miei pensieri?
E quanti misteri
coi pochi poteri che la mia condizione mi dà.
Aria un po' viziata,
quella finestra andrebbe spalancata.
Tela rovinata,
e la cornice tutta consumata.
Polvere, troppi ricordi,
è meglio esser sordi
e forse è già tardi
per togliere la polvere
dagli ingranaggi,
dai volti dei saggi
coi pochi vantaggi
che la mia condizione mi dà.
Non mi cercare, che non mi riconoscerai
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